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E’ stata una sconfitta di quelle preventivabili, aspetto che non attenua la delusione per un avvio di campionato ormai troppo incline all’handicap dalle parti dello Zecchini. Il Grosseto, in ogni caso, non ne esce ridimensionato come in altre circostanze, ma punta a trovare nel ko casalingo, contro un una modesta Pro Piacenza che gioca solo un tempo, nuove convinzioni. Cominciamo con il dire che il mago Silva, a cui manca la “enne” finale per avvicinarsi all’illustre prestigiatore, non ha la bacchetta magica. Problema superabile, magari con il lavoro sul campo e con il tempo (se ne avrà). Nell’armata Brancaleone mandata in campo allo sbaraglio, emergono voglia di fare e si intravedono le prime qualità dei singoli, fiaccate dopo circa 30 minuti di gioco da una precaria condizione atletica e dall’assurdo orario imposto dalle cervellotiche scelte della Lega Pro. Tutto naturale, tutto secondo i piani, ma a onor del vero occorre anche dire che l’avversario di turno era quanto di peggio potesse capitare in sorte. Non tanto per il valore espresso sul campo dalla compagine emiliana, quanto per l’entusiasmo che accompagna le neo promosse all’esordio e alla necessità di conquistare punti in fretta per la salvezza, soprattutto se parti da un -8. Per il resto abbiamo intravisto alcune buone individualità, con la spinta di Albertini e Boron sulle corsie laterali, l’estro di Gambino, l’esplosività di Torromino, unite alla lettura della partita in corsa da parte di un tecnico che ha provato a cambiare modulo strada facendo e al quale, ad essere pignoli, si può imputare poco o niente, se non forse il tardivo ingresso di Boccardi. Il giovane talentino maremmano, non avrà grandi doti fisiche, ma ha certamente gamba e brillantezza in questa fase, elementi forse da sfruttare con più minutaggio nella torrida prima giornata.

L’esordio in campionato, di contro, ha fatto registrare anche alcune occasioni perse. Come quella capitata a Gino Bernardini, difensore classe ’97 che in allenamento aveva colpito Silva. L’emozione del debutto ha regalato un brutto tiro al più giovane in campo, qualche incertezza iniziale, il rigore procurato, una gara durata solo 45 minuti. Peccato, la giovane età certamente fornirà nuove opportunità a quella che, ci auguriamo, diventi una lunga carriera, difficile però che capitino nuovamente in questa stagione, in questo Grosseto. Finisce dietro la lavagna e sul mercato, anche l’attaccante Giovio. Il tempo in Maremma per lui sembra scaduto e quella contro la Pro Piacenza è l’ennesima occasione sprecata. Un gol a volte può cambiare una stagione, lui ci va vicino, per caso, solo una volta. Troppo poco per invertire le gerarchie di un reparto che ha già visto Gioè tagliare la corda in quanto chiuso dai nuovi arrivi e dalla concorrenza. Scelte e opportunità di mercato che potrebbero riguardare anche Asante, rimasto in panchina tutto il match a guardare Onescu e Finazzi, entrambi senza birra a disposizione per sprintare. Intanto è previsto l’ultimo giro di ruota per il calciomercato. Oggi si chiude a Milano una sessione estiva raccolta tutta nella coda per il Grosseto. Una partita non fa una squadra, ma le prime indicazioni sono arrivate e pare evidente ciò che serve, a partire da una difesa senza un vero leader.

Lorenzo Falconi