Un primo posto da interpretare a piacimento, da ammirare da angolazioni personali, da assorbire come si vuole. Non sono andato a vedere da quanto tempo non succedeva, neppure in quale categoria. Mi sono limitato a guardare la classifica, a lungo e in silenzio. Intorno non circolavano nomi, non c’erano immagini. Il nome si stagliava isolato, colorato di biancorosso. Basta. L’essenza è questa, il resto è semplicemente contorno, volti, voci, grida il cui significato sfuma nel tempo, si disperde tra le spiagge e il mare, la pineta e le colline, i campi di girasole e le piste di neve. Solo quel nome resta incrollabile, non presenta crepe, nemmeno leggeri aggiustamenti. Essere in testa allarga gli orizzonti, riempie di gioia e nostalgia gli anfratti, si estende lentamente oltre noi stessi. E’ un grido si speranza non solo sportiva, un analgesico ai problemi quotidiani, alla troppa arroganza circolante, alle bugie scandite con terribile puntualità, ai sorrisi falsi, alle promesse mai mantenute o cancellate. Quel nome lassù siamo noi, il popolo mai sconfitto, sempre sorridente in trincea, sempre ricco di speranze e sogni. Il calcio vero, come lo sport sano, ha queste prerogative lenitive. Leggere quel nome arrampicato lassù è una cura per il domani, una prevenzione per il giorno dopo.
One thought on “Primo posto portatore di un sorriso”
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COMPLIMENTI AI PRESENTI !!! FORZA E ONORE , USQUE AD FINEM…..FORZA GROSSETO !!!