Appena terminati i brividi assunti durante la gara con l’Astrea, ecco che arriva il profumo di Olbia. Una trasferta cruciale e significativa prima del duello interno con il Rieti. Questo significa che sono in arrivo gli esami di maturità per l’uccellaccio, lo staff tecnico, l’intera struttura della Fc, sogni compresi. Il Grifone metterà in valigia le tante amnesie, zavorra non ancora gettata via, tante qualità quali convengono alle capoclassifica. Non disturberà un pizzico di sale anti malocchio. Questo Grifone ha un’anima, un volto, è creatura viva, palpitante, soffre e gioisce, regala e toglie. Insomma, è assolutamente umano. Come tale va trattato dolcemente, senza amplificarne i difetti, senza esaltarne le doti, senza urla e senza silenzi. Alle spalle si è costruito un cammino chiarissimo. Domandarsi se e come la classifica poteva essere migliore è solo un karakiri mentale un arrovellarsi inutilmente il cervello senza concludere nulla. In Sardegna sbarcherà un gruppo unito, legato con i fili invisibili della volontà, dell’impegno e del sudore. Scenderà una squadra consapevole del suo compito. I campionati si vincono con queste materie prime. Zotti ha espresso le sue idee su Facebook, le ha scritte in neretto lanciando un messaggio chiaro e rotondo, senza sotto intesi. Nucifora ha esaltato l’unità. A Olbia non sarà facile, ci sarà da soffrire anche nell’intervallo, anche durante le sostituzioni. Giacomarro e i suoi vogliono rimanere in cielo nonostante le turbolenze e i vuoti d’aria. Di Gennaro e soci sono pronti agli esami. Le bocciature di Rieti, Arzachena e Flaminia devono essere ricordate solo per non commettere gli stessi errori, non incorrere nelle stesse paludi mentali. E’ giunto il momento di essere Grifone dentro e fuori, nell’anima e nelle gambe. Solo così Olbia diventerà una tappa pregiata.