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Il dopo Viterbo e il futuro chiamato Arzachena si concentra sull’erba dello Zecchini. Atmosfera lineare dove spuntano corroboranti le risate di Pincione, Iapaolo e altri addetti ai lavori. Comunque la sconfitta patita al Rocchi resta sotto traccia, spunta nei discorsi a bordo campo, svolazza tra i gradoni, atterra nell’azzurro della pista. Fa male. Negarlo sarebbe una bugia, un chiudere gli occhi alla realtà, fare lo struzzo. Fa male. In campo lavorano Orlandi, il secondo Bifini, una truppa di giocatori che non hanno partecipato alla sfida di domenica, gli altri sono in piscina. Al loro posto anche Fei e Pieri. Il presidente è seduto su una panchina, Chechi osserva la seduta. Ranghi ridotti, campo ridotto con partitella intensa e finale da gustare. Gagno in porta, Bifini dal limite a tempestarlo di palloni disegnati da piedi ancora brillanti. Un duetto spettacolare osservato con attenzione e in silenzio. Orlandi ha conosciuto la prima sconfitta della sua gestione ma ha visto un Grifone tenace, spinto dallo spirito giusto confezionare una ripresa da arrembaggio piratesco. “L’ho detto ai ragazzi. Ripartiamo da questo aspetto” ha sussurrato brevemente mentre guardava il campo. Con l’Arzachena il Grifone vivrà la quarta giornata del suo personale campionato lungo 11 turni. La matematica dice che battere i sardi vorrebbe dire guadagnare due punti rispetto all’andata (9 invece di 7). Strano ma reale. Con la cima distante occorre procedere passo dopo passo senza guardarsi intorno. Battendo il Rieti il Cynthia ha confermato come nessuno è immune da cadute e come le sorprese stazionano dietro l’angolo. Poi occorre crederci in maniera livellata, tutti insieme senza la minima crepa. Il popolo si è ritrovato, la squadra fisicamente non ha nulla da invidiare a nessuno, il team è affiatato, il cammino non è finito.

Un comunicato stampa del sodalizio ha smentito che esista un caso Zotti dopo l’esclusione dal match del Rocchi e che il prepartita non è stato turbato da nessun episodio spiacevole all’interno dello spogliatoio biancorosso.

Giancarlo Mallarini