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In questa domenica dove il Grifone vola lontano e non è personalmente possibile raggiungere, in questa domenica delle Palme dove senti bussare la primavera, in questa domenica anomala negli orari e nelle abitudini calcistiche, ecco che la parola “inutilità” richiama alla mente brutti presentimenti, brividi di freddo, tangibile pessimismo. Ripassando le crude parole, che Simone Ceri inchioda sul pannello della politica cittadina, è facilissimo scivolare nelle acque limacciose dello stagno immobile e senza sbocchi delle strategie degli uomini e delle loro coscienze. Il solito teatrino ha riaperto il sipario, sul palcoscenico la commedia dei buoni e dei cattivi è giunta all’ennesima puntata di niente, del vuoto, dell’inutile. Ognuno dice di averci messo la faccia, di essere limpido. Ognuno risponde con il caratteristico sorriso ironico della poltrona agognata. Intanto il Grifone sta per giocare a Ostia una partita che potrebbe essere vuota come una lattina gettata nel cestino. Altrettanto il Roselle. Si corre per i tre punti? Assolutamente no. Si compete per crescere? Certamente no. Si gioca sul fino del baratro, l’ennesimo, si suda per la nebbia che potrebbe coprire tutto mandando al macero idee, progetti, fatica e soldi. Tanti. Il lemma “inutile” prende il volo come un drone a volo radente su una Maremma le cui urla si disperdono tra l’Amiata e il mare. L’antico detto “poveri dentro” rientra nell’attualità consolidando significati crudeli. Siamo poveri e divisi, incastrati nel nostro pianerottolo, prigionieri di una mentalità che cerca il difetto dell’altro, lo mette in primo piano senza dare risposte personali. Siamo inadempienti rispetto al prossimo, guardiamo il verde di erbe vicine mentre la nostra non è neppure nata. Inutilità pervasa dall’essere dalla parte della ragione a prescindere, di avere la verità in tasca, di essere i migliori in assoluto. Intanto il Grifone e il Roselle giocano partite inesistenti, intanto in altri campi si snocciolano regole, vincoli, ragnatele ingarbugliate di comma e articoli lontani mille miglia dalla realtà. Nessuno ha colpe, nessuno ha remato contro. Il calcio è veicolo importante della società, lo sport va salvaguardato, coltivato, curato. Parole. Lo sport è anche potere e come tale va usato, una leva per le elezioni, un treno da non perdere alla stazione delle amministrative 2016. Comunque sia buon viaggio al Grifone e al Roselle. Comunque vada.

Giancarlo Mallarini