Il sapore del caffè del mattino presto è il migliore di tutti gli altri.
La doccia è come un, “punto e a capo”.
Stavolta prendo una delle sciarpe invernali.
Una delle pochissime cose che tollero di questa stagione fredda, grigia e piovosa, insieme alle calze delle donne e al colore del fogliame .
Viaggiare in strade quasi deserte, per uno di Roma, è insolito e particolarmente piacevole.
La musica giusta esalta la luce del mattino.
Arrivo a Grosseto, la mia seconda casa
Mi riunisco al resto del gruppo, anche loro la mia seconda casa.
Pranzo e avvicinamento allo stadio pregno di discorsi e tormentoni degni almeno di un paio di candidature ai Nobel di Stoccolma.
Anch’io non mi astengo dal dare il mio modesto contributo alla causa.
Allo stadio ci riservano una piccola tribuna adibita al settore ospiti.
Entrando ci dà il benvenuto una piccola lepre impaurita dallo scoppio di un petardo.
Sono campi di gioco immersi nella natura, questo aspetto non riesce a sconfortarmi ma anzi per certi versi sono sicuro che un giorno lo rimpiangerò.
Siamo sempre gli stessi e siamo pochi.
Ma si potrebbe anche scrivere che siamo sempre gli stessi meravigliosamente coerenti, fedeli e affidabili e siamo pochi ma boni.
La partita stavolta non sarà mai particolarmente piacevole ma l’impegno messo in campo è pregevole.
Il risultato finale è il giusto compenso per i valori espressi in campo.
Luci e Fratini, per motivi diversi, mettono la firma sul mio personalissimo modo di giudicare questi novanta minuti.
Riescono sempre a sorprendermi per il lavoro oscuro che mettono a disposizione del gruppo.
La squadra viene a salutarci sotto il settore a noi riservato.
Non sono tutti, lentamente si stanno avvicinando anche gli altri ritardatari.
Noi non cantiamo e loro aspettano di essere al completo per fare la ola.
Nei secondi di attesa c’è un momento di calma piatta.
Gorelli lo fa suo squarciando questo silenzio con un urlo barbaro liberatorio.
Brividi.
Il sigillo della giornata è suo.
Adesso sono tutti.
Si leva nel cielo il coro “Siamo sempre con voi, non vi lasceremo mai”.
Gridato da questo manipolo di tifosi devoti è particolarmente credibile.
Mi giro a osservare Simone, ha visto tutta la partita con noi.
In mezzo a noi.
Perché lui è e sarà sempre uno di noi.
Questo è un privilegio che non tutti riescono ad apprezzare.
Questa è una garanzia e un valore che ai più sfugge.
Una miopia difficile da comprendere e altrettanto da sconfiggere.
Il rientro è fatto di appagante stanchezza.
L’abbraccio di mio figlio sulla soglia della porta, mentre mi bisbiglia “Abbiamo vinto ancora Babbo”, mi inumidisce gli occhi.
Di padre in figlio, ci sto provando.
Chiudo la porta, mi fermo, allargo braccia e gambe e replico l’urlo barbaro di Gorelli.
E fanculo al calcio patinato e opulento.
Io tifo la squadra della mia città.
T&GO
Ieri si è vista una squadra che pur priva di elementi cardine quali Raito, Camilli e Cretella e con Andreotti a mezzo servizio ha gettato il cuore oltre l’ostacolo.
Primo tempo ben giocato e chiuso meritatamente in vantaggio, secondo tempo di sofferenza ma fatto di grande solidità nella difesa del vantaggio.
Non era facile ma alla fine i 3 punti sono arrivati.
Adesso si va a Fucecchio contro l’antagonista principale sperando di recuperare un paio di pezzi, secondo me un pareggio sarebbe già un grande risultato con la terza ormai staccata.
C’è bisogno piano piano di ricreare entusiasmo e seguito ma se continuano i risultati questo avverrà.
Questi ragazzi lo meritano
Mi permetto di dissentire, ovviamente senza il benché minimo intento polemico: a Fucecchio bisogna andare per vincere, quindi facendo il possibile e l’impossibile per vincere; è vero, in teoria potrebbe essere accettabile anche un pareggio, ma il Grosseto in Eccellenza non può lasciarsi sfuggire un’occasione così allettante per fare il vuoto e per porre, già ad un terzo del torneo, un’ipoteca non definitiva ma assai significativa sulla vittoria finale (8 punti sulle rivali più vicine rappresenterebbero un abisso o quasi). Certo, per concretizzare questo obiettivo, occorrerà mettere sul piatto della bilancia qualcosina di più rispetto a ciò che si è visto ieri, ma, specie se rientrerà qualcuno degli assenti, credo che sia fattibile.