Cresciuto nei dilettanti del Brugherio, debutta fra i professionisti nel 1998 con la maglia del Voghera, per poi passare a Cremapergo in Eccellenza e poi in serie D, Pizzighettone in serie D e poi in serie C2, e poi con il Montevarchi in serie C2. Fino ad arrivare nel 2005 al Grosseto in serie C1, dove dopo due stagioni, vince ed ottiene insieme alla squadra la promozione in serie B nel maggio del 2007, dove vi milita per ben 2 anni. Nel 2009 passa al Pescara in Lega Pro Prima Divisione, ottenendo un anno la promozione in serie cadetta, e l’anno successivo la promozione in serie A. Nell’estate del 2012 si trasferisce a Cesena, prossimo avversario del Grosseto.
COME TI SEI TROVATO A GROSSETO?
Indubbiamente molto bene sia per quanto riguarda la società sia per la città. Il Grosseto è stata la squadra che mi ha fatto conoscere il calcio che conta, in precedenza avevo militato solo in C2 mentre in biancorosso ho fatto la cavalcata dalla C1 fino ai play off in Serie B.
COME TI TROVI A CESENA?
A Cesena mi trovo benissimo, ho subito avuto un bell’impatto con la società e con la città. Devo dire che già Olivi me ne aveva parlato bene di Cesena e ora che sono qua non posso che dargli ragione. Purtroppo i risultati non ci stanno premiando in questo momento ma sono sicuro che il lavoro che stiamo facendo con Mister Bisoli darà i suoi frutti.
COSA TI MANCA DI GROSSETO?
Mi mancano gli amici, ho passato 4 anni a Grosseto e lì è nata mia figlia. Sono molto legato alle persone che frequentavo in quel periodo. Mi manca la natura della Maremma che resta per me un posto incantevole, il mare e il senso di libertà che si respira in quei luoghi.
NEL PERIODO IN CUI HAI GIOCATO A GROSSETO, I TIFOSI TI SONO STATI VICINI?
I tifosi hanno sempre apprezzato la mia professionalità. Se devo essere sincero ho ricevuto più attestati di stima dopo che ero partito. L’ultima volta che sono tornato a Grosseto con il Pescara ho ricevuto una vera e propria standing ovation, sono rimasto davvero molto colpito.
HAI QUALCHE RIMPIANTO NELLA TUA CARRIERA?
Il più grande rimpianto che ho è quello di non aver potuto giocare in Serie A pur avendola conquistata sul campo nella scorsa stagione e averla sfiorata a Grosseto. Penso di meritarmelo almeno un minuto in Serie A. Voglio ancora sperarci, sono interista e fin da bambino il mio sogno era quello di giocare a San Siro spero ancora di poterlo realizzare.
UN RICORDO LEGATO AL GROSSETO CALCIO?
Mi viene in mente il giorno della storica semifinale play off in Serie B, andò male ma penso che quel traguardo resta il punto più alto nella storia del Grosseto ed esserci stato mi rende orgoglioso.
LA COSA PIU’ BELLA DELLA TUA VITA?
Mia figlia senza dubbio.
IL CALCIO MALATO, COSA NE PENSI A RIGUARDO?
Penso che alla base di tutto vi sia una cultura sbagliata che in Italia riguarda anche altri ambiti e non solamente il calcio. Le cose che si sono sentite ultimamente non aiutano né i giocatori a esprimersi né i tifosi a divertirsi allo stadio. Se i tifosi diminuiscono e gli stadi si svuotano allora il calcio si impoverisce, è tutto collegato. Nel Regno Unito ad esempio c’è una cultura completamente diversa, un approccio al calcio come un divertimento. Le famiglie vanno allo stadio per passare un pomeriggio in tranquillità. Ritengo che i giocatori in tutto ciò che si è sentito abbiano comunque grosse responsabilità ma qualcosa sta cambiando, una volta a fine partita ci si aspettava nel tunnel per dirsene quattro ora invece ci si saluta. Chi ha sbagliato comunque è giusto che paghi.
UN SOGNO NEL CASSETTO?
Giocare a San Siro in Serie A.
COSA SALVI E COSA SCARTI DELLA TUA ESPERIENZA IN BIANCOROSSO?
Non scarto niente della mia esperienza al Grosseto, anche gli errori servono a crescere. Per salvare lo stesso discorso, a mio avviso non è andato male nulla, sono stati 4 anni splendidi, siamo partiti dalla C1 e abbiamo fatto una grande cavalcata fino ai play off di B, rimangono quattro anni splendidi.
QUALI SONO SECONDO TE , LE FAVORITE DEL CAMPIONATO DI SERIE B, E COME PUO’ ARRIVARE IL GROSSETO?
Penso che la favorita sia il Sassuolo, una squadra allestita per vincere da tre anni con un allenatore molto preparato che tra l’altro conosco. Poi metto il Verona e il Padova. Il Grosseto penso sia stata sfavorita dalla penalizzazione con cui ha iniziato il campionato. Il presidente Camilli ha allestito una squadra più che completa, penso che abbia tutto per fare bene e salvarsi con tranquillità.
UN COMPAGNO DEL GROSSETO CHE ANCORA SENTI A CUI SEI LEGATO PARTICOLARMENTE?
Sento spesso, anche se non è più lì, Consonni con il quale ho condiviso 4 anni al Grosseto, siamo stati anche compagni di stanza ed è stato un legame forte. Degli attuali giocatori sento Olivi una persona splendida.
IL MIGLIOR ALLENATORE CHE HAI MAI AVUTO?
Penso che l’allenatore che mi ha valorizzato di più sia stato Di Francesco capace di coniugare al meglio sia la fase tecnica che quella umana.
CHE RAPPORTO HAI AVUTO CON IL PRESIDENTE CAMILLI? E UN RICORDO PARTICOLARE DI LUI?
Con Camilli ho avuto un rapporto quasi paterno, mi ha fatto saltare una categoria portandomi al Grosseto in C dal Montevarchi, è stata una delle persone che mi ha dato fiducia. Mi ricordo che appena arrivato dopo le prime 9 partite con Allegri non avevo messo piedi in campo, siccome i risultati non venivano Allegri venne esonerato e il presidente impose la mia presenza in campo al successore.
RICORDI ANCORA LE EMOZIONI DI QUEL 13 MAGGIO 2007, IN CUI PORTASTE IL GROSSETO PER LA PRIMA VOLTA IN SERIE B?
Ho ancora negli occhi l’assist vincente per la vittoria del campionato. Oltre 2000 tifosi del Grosseto a Padova: indimenticabile.
QUALCHE CURIOSITA’ RELATIVA A QUEL GIORNO?
Ricordo la festa a Grosseto al ritorno, ci saranno state 10.000 persone ad aspettarci.
HAI CENTRATO TUTTE LE PROMOZIONI DALLA C1 ALLA B DUE VOLTE, DALLA B ALLA A CON IL PESCARA DI ZEMAN: CHE DIFFERENZA HAI PROVATO TRA LE DUE PROMOZIONI?
La prima promozione con il Grosseto è stata una cavalcata, partimmo con delle gare negative, fu esonerato Allegri per Cuccureddu e poi non ci siamo più fermati. La seconda a Pescara è stata una maturazione, il raggiungimento di un grande obiettivo e per uno come me partito dal giardino di casa è stata la concretizzazione di un sogno poi non aver fatto la A è stata una delusione.
UN SALUTO AI TIFOSI.
Ci tengo tanto a salutare i tifosi biancorossi perché ogni volta che torno a Grosseto mi sento a casa. Negli anni a Grosseto ho conosciuto persone splendide alle quali devo molto di quello che sono diventato come calciatore.