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Il pareggio in extremis con il Lanciano, lascia inalterata una situazione che dal punto di vista sportivo resta drammatica. Trascorrono le giornate e il divario non si colma, anzi, si amplifica, perché c’è sempre meno tempo per recuperare. Il ritorno di Moriero porta in dote una maggiore spregiudicatezza, ma non si poteva fare altrimenti. Per il resto i difetti restano sempre gli stessi, perché il Grosseto dà l’impressione di non essere squadra e nei momenti decisivi vengono commessi i soliti madornali errori. Partono bene i biancorossi, con un primo quarto d’ora determinato, per poi calare progressivamente, fino a disunirsi nella ripresa, in cui viene messa in campo tanta volontà, al pari di molta approssimazione. Giocare sul filo della disperazione produce anche questi effetti. Forse non è una questione di allenatore, o almeno, non lo è più. Nel via vai generale risulta inutile l’ultimo giorno di mercato in cui gli ultimi arrivati sembravano destinati a riaccendere la fiammella della speranza. Già, perché Belardi, Brugman e Gimenez finiscono in tribuna, Cosenza resta in panchina, Mandorlini gioca uno spezzone di gara, mentre Soddimo è l’unico a partire titolare, senza per altro incidere minimamente sulle sorti del match. Moriero continua a crederci, non potrebbe essere altrimenti, ma appare chiaro che, se non cambia il risultato, il prossimo passaggio sarà quello del “finché la matematica non ci condanna”.

Lorenzo Falconi