Il grande salto arriva nel 2000 passando dall’eccellenza maremmana alla serie A con la maglia del Perugia. Dopo Perugia, passa all’Udinese, Sampdoria ed infine Livorno: una carriera nella massima serie, ed oggi dichiara di appendere le scarpette al chiodo per iniziare una nuova avventura: quella di allenatore.
SEI CRESCIUTO NELLE GIOVANILI DEL GROSSETO, ED HAI MILITATO IN MAGLIA BIANCOROSSA DAL 1995 AL 2000: CHE RICORDI HAI DI QUEL PERIODO?
Ho un ricordo bellissimo di quel periodo, perché Grosseto era la mia città, avevo li tutti i miei amici d’infanzia e giocavo comunque in una ottima categoria. E’ stata la società da cui sono stato lanciato.
NEL 2000, IL DEBUTTO IN SERIE A CON LA MAGLIA DEL PERUGIA. UN BALZO DI QUATTRO CATEGORIE. HAI AVUTO MOLTE DIFFICOLTA’?
All’inizio non sapevo cosa mi aspettasse un salto di categoria così grande: le principali difficoltà che ho trovato nel primo periodo soprattutto sono state di natura tecnica e tattica che in seria A è studiata nei minimi dettagli, poi una volta abituato agli allenamenti molto più duri, ho seguito i più esperti e grazie a loro mi sono ambientato molto bene.
NELLA TUA CARRIERA GRANDI SQUADRE COME SAMPDORIA E UDINESE. CON L’UDINESE ANCHE L’ESORDIO IN COPPA UEFA. COSA TI RICORDI DI QUEI MOMENTI?
L’udinese e la Sampdoria sono due grandi società dove ho passato diversi anni, ho dei bellissimi ricordi anche perché le migliori soddisfazioni della mia carriera le ho avute in quel periodo. Con l’Udinese abbiamo raggiunto il traguardo di due qualificazioni in coppa UEFA ed una qualificazione in Champions.
Nella Sampdoria ci sono arrivato ormai quando ero un giocatore cresciuto e maturo sapendo cosa aspettarmi da una società importante, e mi sono infatti inserito subito bene. Poi il calore che hanno i tifosi a Genova è qualcosa di fantastico.
ORA SEI SVINCOLATO: HAI ANCORA VOGLIA DI METTERE LE SCARPETTE OPPURE HAI IN MENTE DI APPENDERLE DEFINITIVAMENTE AL CHIODO?
Diciamo che ho aspettato la chiusura del mercato di gennaio per decidere definitivamente di chiudere la mia carriera come calciatore, anche se la cosa mi dispiace molto perché volevo fare ancora un paio di anni, ma ormai è arrivato il momento più brutto della carriera.
Quest’estate a Coverciano ho preso il patentino base per cominciare ad allenare, sto cercando una società che nella prossima stagione mi dia la possibilità di cominciare ad allenare una squadra di un settore giovanile.
Nel frattempo sto studiando le varie tipologie di allenamento e vado in giro a vedere direttamente sul campo i lavori di diversi allenatori.
TI PIACEREBBE DONQUE ALLENARE IN UN FUTURO?
Si é quello che mi piacerebbe fare nel futuro, perché non vorrei uscire dal mondo del calcio, è una passione che ho sempre avuto e vorrei adesso sfruttare la mia esperienza sul campo, anche se il mestiere di allenatore è completamente diverso da quello del calciatore ma vorrei provarci.
HAI QUALCHE RIMPIANTO NELLA TUA CARRIERA?
Nessun rimpianto sarebbe troppo facile parlare dopo, dico sempre che ogni decisione o scelta che ho preso durante la mia carriera, sono state sempre pesate e valutate da me e dalle persone che mi stavano vicino in quel momento, anche se qualcuna è stata sbagliata, rifarei tutto come ho fatto. L’unico rimpianto che mi sento di dire, è che mi dispiace non essere riuscito ad arrivare in nazionale.
LA COSA PIU’ BELLA DELLA TUA VITA?
Il calcio mi ha dato tantissimo a livello personale e professionale, mi ha regalato anche la donna della mia vita a Genova.
IL CALCIO MALATO, COSA NE PENSI A RIGUARDO?
Purtroppo questa è una grossa pecca che in Italia si farà fatica a dimenticare, ma sicuramente d’ora in poi ci saranno sempre più controlli per debellare quello che sta rovinando uno sport così bello.
UN SOGNO NEL CASSETTO?
Riuscire a diventare un bravo allenatore.
COSA SALVI E COSA SCARTI DELLA TUA ESPERIENZA IN BIANCOROSSO?
Salvo tutti i ricordi che ho di quel periodo, ho conosciuto tantissimi ragazzi straordinari che tutt’ora vedo e sento oltre a tutte le partite e i due campionati vinti in promozione ed eccellenza. Scarto il brutto periodo del fallimento della società che ho vissuto.
QUALI SONO SECONDO TE , LE FAVORITE DEL CAMPIONATO DI SERIE B, E COME PUO’ ARRIVARE IL GROSSETO, RIUSCIRA’ A SALVARSI?
Quest’anno Sassuolo e Livorno sembrano avere una marcia in più degli altri, ma come sappiamo il campionato di serie B è molto lungo snervante e pieno di sorprese, io vedo bene anche l’Empoli e il Verona. Il Grosseto sta passando un periodo bruttissimo ma ancora ce la può fare mancano ancora tante partite, a volte per cambiare le sorti di un campionato bastano due vittorie consecutive, ma come tifoso della mia città e penso di parlare a nome di tutti siamo sempre fiduciosi fino alla fine.
IL MIGLIOR ALLENATORE CHE HAI MAI AVUTO?
Ho avuto diversi allenatori di ottima qualità e ognuno ha delle caratteristiche uniche sia nel modo di allenare che di interpretare il rapporto con i propri giocatori, ma se devo dirti uno con il quale mi sono trovato meglio è stato Mazzarri a Genova, è un allenatore preparatissimo sotto tutti i punto di vista. Però devo elogiare un’altro allenatore: Spalletti.
UN SALUTO AI TIFOSI.
Certamente anche perché diversi li conosco da una vita e hanno sempre la passione di quando ho lasciato il Grosseto, un grosso saluto anche perché sono uno di loro e anche se non sono li, soffrirò e lotterò con loro fino alla fine.