È quello che sta succedendo al Grosseto: prestazioni tutto sommato positive a cui corrispondono risultati da media retrocessione. L’ultimo posto in classifica, completa il quadro di una situazione da cui pare difficile risollevarsi, almeno in questo momento. Non è questione di essere disfattisti, ma sono gli episodi, finora, a condannare i biancorossi. Penalizzazione, estate travagliata, cambio di allenatore, giocatori fuori forma e fuori rosa, episodi mai favorevoli nell’arco dei singoli 90 minuti. Ce n’è per tutti i gusti per essere risucchiati nella spirale.
Come uscirne? L’unica medicina sono i 3 punti, fin troppo scontato. Il problema è capire quando Somma riuscirà ad ottenerli, perché l’attuale allenatore del Grosseto rappresenta un raro esempio di longevità sulla panchina biancorossa, al fronte di un andamento di 0,4 punti a partita resta saldamente al suo posto. In altri contesti, Camilli non avrebbe certo perso tempo dietro ad un tecnico che al di là del lavoro prodotto e della sfortuna, non si è manifestato, per ora, come un vincente. Da un lato quindi, ci sono gli scadenti risultati, dall’altro una squadra che comunque ha un barlume di impostazione tattica (che piaccia o meno è un altro discorso), crea occasioni da rete e comunque gioca “alla pari” con gli avversari. In più ci sono le parole di Camilli, con quel «dopo Pioli non abbiamo più avuto un allenatore fino a Somma» che vale molto più di un contratto biennale. In una piazza oltremodo presidenzialista, certe affermazioni hanno quasi il potere di santificare il mister. Resta il fatto che da adesso in poi, ogni partita è una finale che non si può fallire, ogni gara, da questo momento, rappresenta un bivio importante per una squadra che continua a sbagliare strada.